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Negli ultimi decenni, la connessione internet è diventata un elemento essenziale della vita quotidiana, sia a livello domestico che aziendale.
La tecnologia FTTH (Fiber To The Home), che non utilizza più cavi in rame ma in fibra ottica, impiegati fino agli anni ‘60 per la costruzione di lampade, offre connessioni ad altissima velocità, rappresentando una vera e propria rivoluzione in questo campo.
Parallelamente all’evoluzione tecnologica, anche il quadro normativo ha subito importanti trasformazioni, culminando nell'obbligatorietà per gli installatori di realizzare e certificare gli impianti FTTH in tutte le nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni che prevedono un permesso a costruire.
Questa legge ha stabilito che tutti gli edifici di nuova costruzione, le quali domande di autorizzazione edilizia sono state presentate dopo il 01/07/2015, devono essere equipaggiati con un’infrastruttura fisica multiservizio passiva interna, costituita da adeguati spazi installativi e da impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica, fino ai punti terminali di rete e che questa deve essere certificata tramite un’ETICHETTA VOLONTARIA e NON VINCOLANTE rilasciata da un tecnico abilitato per gli impianti, tale obbligo si applica anche in caso di opere di ristrutturazione che prevedano un permesso a costruire.
Questo primo passo normativo ha segnato l'inizio dell'era della fibra ottica negli edifici residenziali, creando le basi per uno sviluppo futuro.
Dal 1° gennaio 2022, l’etichetta di “edificio predisposto alla banda ultra larga” è diventata un REQUISITO OBBLIGATORIO PER L'AGIBILITÀ. Questo cambiamento ha spostato la responsabilità della certificazione direttamente sugli installatori, che ora devono garantire che l'impianto sia realizzato a regola d’arte e conforme alle norme CEI, in particolare alla Guida CEI 306-2 e alla Norma CEI 64-100/1,2 e 3; pena il mancato rilascio dell’attestato di agibilità dell’edificio.
In questa fase, la pubblica amministrazione è chiamata a vigilare sul rispetto della legge e di procedere entro 90 giorni dalla ricezione della segnalazione certificata ai fini dell'agibilità, è tenuto ad effettuare la registrazione degli impianti presso il catasto delle infrastrutture di rete (SINFI).
Un ulteriore sviluppo è avvenuto con il Decreto Legislativo 48/2024, che ha trasferito l'obbligo di comunicare i dati relativi agli edifici predisposti alla banda ultra larga dal Comune agli installatori.
Dal 28 aprile 2024, gli installatori devono inviare una PEC al SINFI con le informazioni sull’ubicazione e i riferimenti catastali dell’edificio entro 90 giorni dalla ricezione della SCIA. Questo provvedimento ha semplificato il processo burocratico, riducendo i tempi necessari per la certificazione e responsabilizzando ulteriormente gli installatori
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L'evoluzione normativa riguardante l'obbligo per gli installatori di realizzare e certificare impianti FTTH ha seguito un percorso di progressiva responsabilizzazione e semplificazione.
Questa obbligatorietà non solo garantisce che ogni nuova costruzione o ristrutturazione sia pronta per la tecnologia del futuro, ma offre anche una significativa semplificazione impiantistica. Grazie alla predisposizione per la FTTH, servizi come TV, telefono, sorveglianza, videocitofonia e internet vengono centralizzati in un unico impianto di distribuzione.
Questo porta a una riduzione dei costi di manutenzione, una maggiore efficienza e un aumento del valore dell'immobile.
Gli installatori, ora più che mai, giocano un ruolo cruciale nell'assicurare che le abitazioni siano pronte per un futuro sempre più connesso.
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