Telecamere di videosorveglianza nei negozi: tra sicurezza, privacy e responsabilità
Nel mondo del commercio, la sicurezza dei punti vendita non può essere lasciata al caso. Scoraggiare i furti, monitorare ingressi e uscite sono esigenze sempre più sentite da parte dei titolari di attività commerciali di ogni tipo: dalle piccole botteghe ai grandi store, la richiesta di sistemi di videosorveglianza è in costante crescita.
Ma installare un impianto di telecamere videosorveglianza in un negozio non significa solo scegliere il dispositivo migliore o decidere dove posizionarlo. Il vero valore per il titolare del negozio arriva quando l’installatore conosce e applica le normative di riferimento, garantendo così un impianto sicuro, efficace e conforme alla legge.
In questo articolo ti accompagniamo passo per passo tra le regole da conoscere, le soluzioni da adottare e gli errori più comuni da evitare, con l’obiettivo di fornirti una guida pratica che possa aiutarti a progettare e installare impianti sicuri, efficaci e soprattutto conformi alla legge.
Normativa sulle telecamere di videosorveglianza nei negozi: cosa dice la legge
Uno degli aspetti più importanti da capire è che le immagini riprese da un sistema di videosorveglianza sono considerate a tutti gli effetti dati personali. Questo significa che la loro raccolta, conservazione ed eventuale utilizzo devono rispettare le regole previste dal Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e dal Codice Privacy italiano (D.lgs. 196/2003, aggiornato dal D.lgs. 101/2018).
Ogni installatore deve essere consapevole che, senza il rispetto di queste normative, il rischio di sanzioni per il cliente è concreto e significativo.
1. Il GDPR stabilisce alcuni principi chiave da rispettare:
- Finalità lecita: le telecamere possono essere installate solo per scopi precisi, come la tutela del patrimonio aziendale.
- Minimizzazione del trattamento: è vietato riprendere aree non necessarie o persone non coinvolte.
- Trasparenza: è obbligatorio informare le persone che accedono alle aree sorvegliate mediante cartelli ben visibili che indichino la presenza di telecamere e le finalità della sorveglianza.
- Limitazione della conservazione: le immagini non possono essere conservate più a lungo di quanto strettamente necessario. Di norma, il Garante Privacy indica un tempo massimo di 24-72 ore, salvo casi eccezionali come festività o chiusure prolungate del negozio.
- Sicurezza dei dati: bisogna garantire che le immagini siano protette contro accessi non autorizzati, alterazioni o distruzioni.
Il mancato rispetto di questi principi può comportare sanzioni pesanti per il cliente e, di riflesso, mettere in discussione il lavoro dell'installatore.
2. Il ruolo delle linee guida del Garante privacy
Il Garante per la Protezione dei Dati Personali, con il provvedimento generale in materia di videosorveglianza del 29 aprile 2010 (ancora valido per le parti compatibili con il GDPR) e con le successive linee guida europee (WP 89 e Guidelines 3/2019 EDPB), ha chiarito ulteriormente alcuni aspetti pratici:
- Le telecamere devono essere posizionate in modo da evitare riprese ingiustificate di spazi pubblici esterni, salvo casi particolari.
- Il sistema di registrazione deve avere modalità di accesso sicure (password robuste, autenticazione a due fattori dove possibile).
- Utilizzare la funzione privacy masking per oscurare zone non pertinenti.
- Le registrazioni devono essere visionabili solo da personale autorizzato.
3. Valutazione d'impatto (DPIA) e registro dei trattamenti: quando sono necessari
In alcune situazioni, il GDPR impone la redazione di una Valutazione d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA), specialmente quando:
- L’impianto prevede la sorveglianza sistematica su larga scala.
- Le telecamere riprendono luoghi di lavoro.
- Si utilizzano sistemi di riconoscimento facciale (nel caso di tecnologie più avanzate).
In ogni caso, è sempre buona prassi che il titolare del trattamento (ovvero il cliente finale, proprietario del negozio) tenga aggiornato un Registro dei trattamenti, dove descrivere il sistema di videosorveglianza, le finalità, la base giuridica, i tempi di conservazione e le misure di sicurezza adottate.
Come progettare ed installare un impianto di telecamere di videosorveglianza a norma
1. Analisi preliminare e progettazione consapevole
Il lavoro di un buon installatore parte da un'analisi delle reali esigenze del cliente:
- Aree del negozio da monitorare.
- Presenza dei dipendenti nell'area videosorvegliata.
- Punti critici per la sicurezza.
- Planimetria con il posizionamento delle telecamere, specificando le finalità di ciascuna.
2. Obbligo di cartelli di videosorveglianza
Una cartellonistica non conforme espone il cliente a sanzioni anche in presenza di un impianto perfettamente funzionante.
I cartelli informativi devono:
- Essere visibili e leggibili prima dell'accesso alla zona monitorata.
- Indicare il titolare del trattamento (es. il nome del negozio).
- Specificare le finalità della videosorveglianza.
- Fornire un contatto per ulteriori informaizoni.
3. Scelta dei dispositivi: sicurezza e tecnologia vanno di pari passo
Le tecnologie da consigliare includono:
- Telecamere IP con crittografia dei dati.
- Funzione di privacy masking.
- NVR (Network Video Recording) con gestione degli accessi sicura, autenticazione forte e log di sistema.
- Accesso differenziato alle registrazioni per limitare la visione solo a chi autorizzato.
4. Gestione sicura delle registrazioni
- Cancellazione automatica delle registrazioni oltre le 24-72 ore, salvo autorizzazioni specifiche.
- Formazione del cliente sull'importanza di rispettare i tempi di conservazione.
- Verifica periodica della corretta configurazione del sistema.